Quando Kelly Anders scompare nel nulla sono in molti a pregare che riappaia magicamente. In polizia, però, si ricorre alle preghiere, quando non si sa più che pista seguire.
“Sai che ho perso il conto delle volte che ci siamo ritrovati qui? Ogni volta però è la stessa storia, cominci facendo l’arrogante e finisci con la coda fra le gambe”. Non è la prima volta che il tenente Trent, i cui anni in polizia iniziano ad essere più di quelli che gli mancano alla pensione, si rivolge così a David Vincent, seduto su una sedia con le manette ai polsi. Il giovane sergente Harris ne ha meno di anni di esperienza ma ha studiato abbastanza da sapere come affrontare un interrogatorio.
David Vincent in carcere ci è già stato: il suo passato è pieno di motivi per essere stato svegliato all’alba e trascinato in commissariato. Il suo presente, grida lui però con fermezza, è pulito, onesto e figlio di una faticosa redenzione. I tre protagonisti, tra scontri dialettici, piste da seguire, accuse e giustificazioni, si parlano tra le quattro mura del commissariato, mossi dalla stessa certezza: ogni interrogatorio ha una storia a sé, un suo svolgimento e, a volte, con un po’ di mestiere e di fortuna, può portare -inquirenti e inquisiti- alla verità.