Vitangelo Moscarda è un uomo comune, che conduce una vita agiata grazie alla banca ereditata dal padre, usuraio. Un giorno, la sua tranquillità viene turbata da un innocente commento pronunciato dalla moglie riguardo alle sue fattezze fisiche. Da quel momento, la vita del protagonista cambia completamente. Egli si rende conto di apparire, agli occhi degli altri, molto diverso da come si è sempre percepito; non sa più chi è, né per se stesso né per gli altri, e decide quindi di scoprirlo. Nel farlo, si diverte a scomporre le varie immagini di sé, cioè le immagini che gli altri hanno di lui, compiendo una serie di azioni che lo faranno apparire ai loro occhi pazzo. Sfratta una famiglia di affittuari per poi donare loro una casa; decide di volersi sbarazzare della banca ereditata dal padre; arriva ad essere violento nei confronti della moglie. Gli altri, e la moglie stessa, davanti alle sue azioni decidono di volerlo interdire. Gli resta fedele in un primo momento solo un’amica della moglie che, poco dopo però, spaventata dalle sue oscure e bizzarre riflessioni sulla vita, arriva addirittura a sparargli. Vitangelo Moscarda, il cui “io” è alla fine completamente frantumato nei suoi centomila “io”, si trova d’un tratto, spogliato di tutto; solo, con le sue considerazioni sulla vita. Ricerca un po’ di pace nella fusione totalizzante, e quasi misticheggiante, con la natura; un mondo in cui egli prova ad abbandonare tutte le “maschere” che la società gli ha fino a quel momento imposto.