Le Olimpiadi del ’36, rimaste nella memoria collettiva per straordinari episodi come le quattro medaglie oro vinte (davanti agli occhi di un Hitler visibilmente contrariato) dall’afroamericano Jesse Owens, sono anche le prime dell’era mediatica (riprese e trasmesse quasi in diretta nei cinegiornali): una gigantesca operazione di seduzione, con la quale la maschera del regime incanta e inganna il mondo.

Lavorare con un’attrice come Valentina Acca, capace di mutuare e remixare diversi stili teatrali, consente una grande libertà espressiva e dialettica: non molti attori riescono, infatti, a passare con tanta semplicità dal naturalismo all’astrazione, dal teatro lirico a quello brechtiano, assecondando senza limiti e barriere un percorso polimorfo e diacronico come quello di Leni, Il Trionfo della Bellezza. Il testo prevede infatti un’architettura non lineare di superfici narrative che si sovrappongono ricostruendo un’unica vicenda: quella di una donna simbolo dei chiaroscuri del Novecento, che approda al nuovo millennio portando con sé un enigma mai risolto. Anche le musiche, in questo progetto per voce sola, saranno di fondamentale apporto al tradursi di emozioni e immagini: dalle note evocative di Max Richter alle rivisitazioni weimariane di Brian Ferry e della sua Orchestra.per finire al minimalismo neoclassico di Philip Glass.

Irene Alison

Marcello Cotugno

Napoli